domenica 11 gennaio 2009

Il gatto



Nel cervello un bel gatto, un dolce, fiero,
incantevole gatto mi passeggia,
come fosse il padrone dell'alloggio,
e miagola con timbro sì leggero
e tenero che quasi non lo intendo;
per questa voce sua ricca e profonda,
sia che brontoli o placida s'effonda,
racchiude un'incantesimo stupendo.
Si sgrana e filtra dentro in lente spire
fino al fondo di me più cieco e perso;
mi sazia come il battito d'un verso,
e mi delizia come un elisire.
Sopisce i mali più crudi, contiene
per chi l'ascolta ogni estasi e sogno;
di parole giammai non ha bisogno
per intrecciare le frasi più piene.
No, non so archetto che meglio mi morda
il cuore, ineguagliabile strumento,
e ne ricavi più regale accento,
facendone vibrar l'intima corda,
della tua voce, o strana, o misteriosa
creatura, serafico soriano,
in cui, come in un angelo, all'arcano
più sottile una musica si sposa.
C. Baudelaire

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